“Paesi Bassi…. ma vegetariani!” In Olanda cento scienziati si esprimono contro il consumo di carne nell’alimentazione umana

Dai Paesi Bassi parte l’appello di cento scienziati che chiedono ai governi di tutto il mondo di prendere dei provvedimenti per ridurre il consumo di carne. Le motivazioni sono molte e valide: riduzione della produzione di gas serra, del consumo di territorio e di quello d’acqua, e migliore trattamento per gli stessi animali. Ma il gruppo di accademici olandesi non si limita a denunciare ciò che non va, propone anche delle soluzioni.

Cento scienziati dei Paesi Bassi hanno chiesto in gruppo l’interruzione degli allevamenti zootecnici di tipo industriale.

Un gruppo di cento scienziati nei Paesi Bassi si è recentemente formato per chiedere l’interruzione degli allevamenti zootecnici di tipo industriale. Ma non si sono limitati a questo, ovviamente. In un documento che esprime i loro comuni intenti, hanno descritto a quali problemi possono portare gli allevamenti di massa e, soprattutto, hanno fornito una serie di soluzioni.

Le richieste, molto importanti, vanno a toccare i principali punti dolenti del sistema economico e produttivo del settore zootecnico, e sono ancora più importanti se si considera che l’agricoltura e gli allevamenti sono la principale causa di emissioni di gas serra e, quindi, dei famigerati cambiamenti climatici, provocandone una quota del 50% superiore a quella dovuta ai mezzi di trasporto esistenti, aerei inclusi.

Il documento redatto dai cento accademici olandesi presenta queste dieci richieste:

1) I governi devono introdurre cambiamenti e non aspettarsi una semplice presa di coscienza da parte dei consumatori, che è di per sé insufficiente. Sono necessari dei governanti che mostrino chiara indipendenza rispetto agli interessi economici in atto.

2) Il consumo dei prodotti animali deve calare almeno del 33% da qui al 2020. Ai governi il compito di informare in modo aperto e incisivo sulle conseguenze di un consumo eccessivo di tali prodotti.

3) Tutti i costi della produzione di carne e latticini devono includere il costo aggiuntivo per la salute pubblica e la distruzione dell’ambiente. Si richiede la disposizione di una nuova tassazione su questi prodotti.

4) Se non si ottiene nessun accordo su scala europea o internazionali, i singoli Paesi dovranno fungere da modello.

5) Alla protezione degli animali deve essere accordato un ruolo centrale, incluso e menzionato all’interno delle Costituzioni e disciplinato da leggi in modo da abolire pratiche crudeli.

6) L’utilizzo di antibiotici o ormoni nella produzione di alimenti deve essere vietata.

7) Si deve sostenere la reintroduzione di cicli chiusi e autosufficienti nella produzione alimentare.

8) L’espansione edilizia e degli allevamenti deve fermarsi. È opportuno introdurre limiti precisi con una soglia massima di capi per ettaro, regione o paese.

9) Ai contadini deve essere data la possibilità di passare alle nuove disposizioni. La politica, come matrice di un modello di sviluppo errato, deve saper accompagnare un nuovo processo orientato alla sostenibilità.

10) Deve essere incentivato lo sviluppo di alimenti sani e gustosi di origine vegetale per facilitare i consumatori nel passaggio ad un’alimentazione povera di carne e non appesantita da troppi latticini.

Dieci punti, quelli elencati sopra, che trattano in sintesi le problematiche più sentite da chiunque abbia a cuore la sostenibilità, che vanno a toccare la salute ed il bene comune, la politica e l’ambiente, addirittura e giustamente associando alla necessità di frenare l’espansione degli allevamenti quella di frenare il consumo di territorio. Per gli autori del documento, infatti, la distruzione del suolo, così come le deforestazioni, la progressiva acidificazione del terreno e l’inquinamento delle le falde acquifere, sono un problema di primaria importanza.

Tra le motivazioni presentate, inoltre, una posizione di spicco è riservata al trattamento che subiscono gli animali ed alla conseguente necessità di una loro protezione, dato che maltrattamenti, mutilazioni e sovralimentazione delle varie specie sono purtroppo all’ordine del giorno, in un sistema in cui “gli animali vengono adattati alle esigenze dell’industria”.

L’argomento più forte di questa richiesta, però, è lo stesso che ha portato ormai moltissime persone a diventare vegetariane, ossia il fatto che la fame del mondo non può essere combattuta nemmeno a parole, quando il 40% della raccolta cerealicola nel mondo viene utilizzato per l’alimentazione animale, e quando in media, come viene scritto nel documento, servono 5 kg di cereali per produrre 1kg di carne.

La produzione di carne richiede poi un enorme quantitativo (e quindi consumo) idrico (una famiglia di tre persone che usa l’acqua in modo parsimonioso per una settimana, chiudendo il rubinetto quando lava i denti ecc., vede infatti vanificato il suo sforzo quando acquista un chilo di carne di manzo).

Inoltre, se si pensa alle previsioni di chi afferma che già nel 2017 il 70% della popolazione mondiale avrà problemi di accesso ad una quantità di acqua potabile sufficiente, forse è meglio agire di conseguenza.

Ci sono mille buoni motivi per diventare vegetariani, quindi, che possono essere di tipo etico, ambientale, salutistico e così via. E ce ne sono altri mille per augurarsi che il documento scritto dai cento scienziati olandesi venga accolto dalle Istituzioni europee o, in alternativa, dai singoli governi.

Perché ognuno di noi può modificare da subito le proprie abitudini, anche in campo alimentare. Ma al cambiamento delle nostre società e delle nostre economie, come viene detto nel primo dei dieci punti sopra riportati, il supporto della politica è indispensabile.

(Sintesi a cura di Andrea Bertaglio)

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Commenti ed esperimenti in chiave  vegetariana

Francesca ha scritto:  Wow non ci posso credere! E’ già il quarto giorno che non mangio carne uova e formaggio! Questa prova mi ha fatto molto bene. Ci sono molti siti in internet per trovare ricette vegane gustose.

http://www.simpleveganrecipes.co.uk/

http://www.ivu.org/italian/recipes/

penso che organizzare delle cene e invitare amici sia un buon modo per diffondere nuovi stili di vita che non danneggino l’ambiente gli animali e le popolazioni dei paesi a rischio di carestie.

La gravità della situazione purtroppo mi fa pensare che siano necessari radicali cambiamenti e vorrei che le persone lo capissero in tempo.

Io vivo in Inghilterra e ho finito il primo anno di Scienze Ambientali all’università. Mi tengo il più possibile informata grazie alla BBC che trasmette sia per radio che per televisione un’informazione che ritengo molto utile per avere uno sguardo d’insieme sulle problematiche attuali. Leggo molto anche i giornali tramite internet.

In un mondo così complesso e che cambia velocemente credo che sia mio dovere cercare di sapere di più e informare le persone di quello che so e sono molto contenta quando gli altri trasmettono la loro conoscenza. Vorrei segnalare anche questo sito che diffonde interventi di persone che propongono le loro idee e soluzioni in diversi ambiti, completamente gratis nella forma di video http://www.ted.com/

Quest’anno mi occuperò di design per ecovillaggi e farò nuove esperienze interessanti con persone che vogliono fare qualcosa di concreto, questo mi fa svegliare alla mattina piena di entusiasmo. Se qualcuno sta facendo la stessa esperienza sono felice di scambiare informazioni e consigli. Ciao!

 

Ciro Aurigemma ha scritto:

E’ estremamente utile alla causa vegetariana divulgare queste informazioni, ciao a tutti… www.draurigemma.it

 

Altri articoli sulla dieta vegetariana:

http://www.circolovegetarianocalcata.it/category/alimentazione-vegetariana/

 

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